La Cura
LA CURA
di Chiara Coccorese
Progetto vincitore della VI edizione del concorso
“Un’Opera per il Castello”
Concorso Giovani Artisti – Castel Sant’Elmo, Napoli
La giuria ha premiato il progetto della giovane artista che “ha declinato il tema del concorso mostrando particolare sensibilità nello sviluppo della dicotomia spazio pubblico-ambiente familiare, riflettendo allo stesso tempo sull'idea di raccoglimento e di cura intesa come dedizione e senso di appartenenza ai luoghi. A partire dalla ricostruzione di uno spazio che riporta metaforicamente a una dimensione di intimità, il legame visivo con le abitazioni che caratterizzano il territorio della città e quello con il mare che si estende alla vista dalla posizione prescelta, il nesso che dal materiale di rivestimento costitutivo dell'opera rimanda al Mediterraneo come dimora dei popoli, sono infine risultati decisivi nell'aggiudicazione del premio”.
“Abitare” è il modo più elevato di vivere uno spazio. Secondo Heidegger, uno dei caratteri fondamentali dell’uomo che abita un luogo, e più in generale del suo essere-nel-mondo, è la Cura, nel senso latino di riguardo/dedizione/custodia. La Cura si esplica nei rapporti tra gli uomini e nel prendersi cura delle cose. Il progetto parte da queste riflessioni e le estende a una dimensione partenopea, mettendo in risalto un’evidente contraddizione: da un lato, una città che mostra nelle sue strade fin troppi segni di “non cura”; dall’altro lato, case internamente perfette, pulite e lucidate da instancabili massaie, che, lasciando porte e finestre aperte, diffondono odore di detersivo nei vicoli abbandonati a loro stessi. Il napoletano medio, spesso distratto nei riguardi di un’etica e di un’estetica civile, è invece capace, all’interno della propria abitazione, di costruire con pazienza, dedizione e “cura” i tradizionali presepi. L’installazione sintetizza questi concetti e dà come una “nuova pelle interiore” alla garitta di Castel Sant’Elmo. La garitta diventa così metafora del rapporto tra il micro-mondo in cui abitiamo, l’unico del quale ci curiamo con dedizione, e il mondo esterno, visibile in modo distaccato solo attraverso le piccole e limitate finestre dei sensi, della cui grandezza e appartenenza non abbiamo purtroppo neanche una lontana percezione.
foto di Alessandra Cardone
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